strumento
Michele Harton, Liuto basso, Padova, 1599
inventario
1808
rif. Catalogo van der Meer
n. 101 (=p. 103)
collocazione
Sala 5
 
Sulla faccia interna del guscio c'è un'etichetta manoscritta: IN PADOVA. Michielle Harton / 1.5.9.9. (poi, in un'altra grafia) Lang. Sull'estensione della tavola sul manico c'è un marchio a fuoco: MH con una croce tra le lettere maiuscole.
Materiali: tasso bicolore (alburno e durame), bosso, conifera, ebano, faggio, pero, avorio.
Sono originali in questo strumento la cassa e la parte ancora esistente del manico. La cassa è poco allungata (lunghezza = circa 1,52 volte la larghezza massima) e alquanto piatta (altezza = circa 0,49 volte la larghezza massima).
Il guscio è composto di 33 doghe di tasso, ciascuna bicolore con l'uso sia dell'alburno sia del durame. Anche la calotta è di tasso bicolore. All'estremità inferiore c'è un bottone di bosso, non originale.
La tavola è di conifera. Una rosetta su base cruciforme con tracce di doratura, con un bordo lavorato a traforo, è inserita nella tavola. Con ogni probabilità sia la rosetta sia la doratura non sono originali; la rosetta può essere stata presa da un altro liuto. Intorno alla tavola c'è un bordo di ebano. All'estremità inferiore della tavola ci sono un intarsio in forma di cuore rovesciato di avorio con un bordo di ebano, e uno in forma di gambo di picca di ebano.
La tavola è continuata per un breve tratto sull'estremità inferiore del manico, con baffetti da entrambi i lati. Sotto la tavola ci sono sette catene trasversali sulla base della divisione in nove, con due catene addizionali e con alcune catenine attraverso la rosetta. All'estremità inferiore della tavola ci sono catenine secondo il sistema rinascimentale: una curva dal lato degli ordini bassi, e due a raggiera dalla parte degli ordini soprani. Catena e catenine sono di conifera.
Il manico è di faggio e ha un'impiallacciatura composta di strisce longitudinali, più larghe di ebano e più strette di avorio. Sul davanti del manico c'è una tastiera separata piatta di ebano. Come s'è già detto, la tavola è continuata sul manico per un breve tratto. Da ambedue i lati di questa continuazione ci sono baffetti. Manico e tastiera sono originali, ma danno posto a solo sette legacci, dal che si può concludere che sono stati raccorciati. In origine manico e tastiera devono essere stati più lunghi di 100 mm o ancora più. Il manico è fissato allo zocchetto con un unico chiodo. Il cavigliere e il ponticello sono più tardi (secolo XVIII?). Il cavigliere piegato indietro è di pero tinto nero. I piroli sono di legno d'albero da frutta e hanno teste ovali e un bottoncino in cima. Il ponticello di pero tinto nero con baffi ha fori per 10 ordini doppi. Il capotasto di avorio è del restauro degli anni 1979-83.
Il guscio ha una vernice color marrone rossiccio. 
Misure: lunghezza totale (senza il cavigliere piegato indietro) 781; lunghezza del guscio 551; lunghezza della tavola senza estensione sul manico 535; distanza tra l'estremità superiore della tavola senza l'estensione sul manico e il centro della rosetta 219, il bordo anteriore del ponticello 444, catena 7: 57, catena 6: 103, catena 5: 150, catena 4: 214, catena 3: 275, catena 2: 336, catena 1: 398; larghezza massima 370 (a 165 dall'estremità inferiore della cassa); altezza del guscio 173; diametro della rosetta 108; lunghezza attuale del manico 235; larghezza del manico 59-74; lunghezza del cavigliere 310; larghezza del ponticello 14, altezza del ponticello 5,2 (dalla parte della rosetta) - 7 (dalla parte dell'estremità inferiore); lunghezza vibrante attuale delle corde 696.
Accordatura: la cassa di questo liuto (lunghezza della tavola 535) suggerisce che si tratta d'un liuto basso. Questo non risulta subito dalla lunghezza vibrante attuale delle corde. Come abbiamo già detto, la lunghezza vibrante era in origine di circa 780 (misura sulla tavola di 444, più lunghezza originale del manico di 335), con la quale misura si arriva anche a quella del liuto basso. L'accordatura è sempre stata sulla base di Re1 - Sol1 - Do2 - Mi2 - La2 - Re3.
Dato che non sono conservati né il ponticello né il cavigliere originali, è impossibile dire con certezza quanti ordini questo liuto avesse in origine. Non è impossibile che il numero di ordini raggiungesse gli otto (con ordini bassi su Si0 - Do1, oppure su Sol0 - La0), ma qui siamo nel campo delle ipotesi.
Restauro: questo liuto fu restaurato nel laboratorio di restauro di strumenti musicali del Germanisches Nationalmuseum, Norimberga, negli anni 1979-83.
Cenno biografico: Michael Hartung - o, come appare sulle sue etichette padovane, Michielle Harton - nacque a Tieffenbruck presso Füssen. Avrebbe imparato il mestiere di liutaio presso Leonhard Tieffenbrucker a Venezia. Fu attivo come costruttore di strumenti a pizzico per lo meno dal 1593 al 1624. 
 
Documenti:
Relazione di restauro (Germanisches Nationalmuseum, Norimberga, 1982-83)

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