strumento
Lorenzo Dall'Asta, Corno a due doppie valvole cilindriche, Parma, 1822
inventario
1847
rif. Catalogo van der Meer
n. 084 (=pp. 78-79)
collocazione
Sala 8
 
Marchio inciso nell'orlo del padiglione:
Umiliato a Sua Maestà Maria Luigia Arciduchessa d'Austria Duchessa di Parma [stella] Piacenza e Guastalla Da Luigi Pini inv.e Lorenzo Dall'Asta Fece 1822 [stella] [stemma con corona]
Materiale: ottone.
Il corno ha un tubo in due spire quasi circolari, con un pezzo che include la pompa generale, quest'ultima con una spira piccola quasi circolare, attraverso le due spire grandi. Il tubo consta di sei pezzi:
1. il pezzo d'imboccatura in forma di falce;
2. il pezzo con le valvole;
3. un pezzo con una spira quasi circolare;
4. un pezzo attraverso le spire grandi, con la pompa generale scorrevole, quest'ultima, come s'è già detto, con una piccola spira quasi circolare;
5-6. due pezzi, formanti una spira quasi circolare, col padiglione.
La cameratura del pezzo d'imboccatura è solo leggermente conica, quella dei pezzi 2, 3 e 4 è cilindrica, quella dei pezzi 5-6 è conica, il padiglione ha una sagoma iperbolica. La pompa generale ha una mortasa all'inizio, un tenone alla terminazione. La costruzione del padiglione è tipica per l'Emilia: il pezzo 5 termina con un bordo dentellato; a questo sono aggiunti il pezzo 6 e un pezzo separato trapezoidale, entrambi con bordo dentellato. L'orlo del padiglione del tipo italiano porta l'iscrizione menzionata sopra. All'ingresso del pezzo d'imboccatura c'è una ghiera lunga di 69 mm, con un anello sovrapposto di 13,8 mm, entrambi con filettature; ghiere semplici si trovano alle giunture tra i pezzi 1-2, 2-3, 3-4 e 4-5. Supporti in forma di selle incavate lateralmente si trovano tra i pezzi 1 e 5, 3 e 5, e tra il padiglione e l'inizio del pezzo 5. Un supporto in lamina d'ottone in forma di tre foglie collega il padiglione con l'inizio del pezzo 5 e col pezzo 3. Un supporto in forma di filo su piastrine rombici collega il padiglione con l'inizio del pezzo 5.
Ci sono due valvole cilindriche d'una forma sinora sconosciuta, inventata da Luigi Pini. La prima valvola abbassa ogni armonico d'un semitono, la seconda d'un tono. Per il funzionamento entrambe le valvole sono provviste di due cilindri rotatori (si veda la foto). Ciascuno dei quattro cilindri ha un corpo cilindrico con un unico passaggio d'aria in una scatola cilindrica. Ciascuno dei corpi cilindrici ha un perno centrale con una sezione quadrata, penetrante la coperta della scatolarghezza Montato su ciascuno dei perni è una ruota con un bordo a metà dentellato. Entrambe le valvole hanno una levetta, montata in un tubo con molla a spirale, terminante con un piattino avvitato. (I due piattini di comando mancavano e furono aggiunti in occasione del restauro del 1988-89). Entrambe le levette terminano con dentellature dai due lati, che ingranano le dentellature dei due cilindri. Così è possibile, con pressione sul piattino della levetta d'una valvola, far rotare i due cilindri. Su ciascuno dei corpi dei cilindri è montata una spina che con la rotazione del cilindro batte contro un dente nel bordo superiore della scatola, sicché viene arrestata la rotazione. Il tubo aggiunto per la prima valvola è in forma d'arco (o di U), quello per la seconda in forma di ciambella. I tubi aggiunti contengono le pompe delle valvole, quella della prima valvola, dunque, in forma di U, quella della seconda in forma di ciambella. Le pompe delle valvole hanno ghiere con filettature all'inizio e alla terminazione. All'inizio d'entrambe le pompe c'è una mortasa, alla terminazione un tenone.
Mancavano la ritorta da immettere nel pezzo d'imboccatura e il bocchino. Con ogni probabilità il corno era suonato con ritorte per le tonalità di Mib e di Fa. In occasione del restauro del 1988-89 furono aggiunti una ritorta coeva per la tonalità di Fa, e un bocchino nuovo. 
Misure del corno: lunghezza totale senza ritorta e bocchino 3052; lunghezza e diametro del pezzo d'imboccatura 410 (10,4-10,6), del pezzo con le valvole 71 (9,6), del terzo pezzo quasi circolare 504 (10,6), del pezzo con la pompa generale 770 (10,6), dei pezzi 5-6: 1297 (diametro iniziale 10,6); diametro all'uscita del padiglione 294; larghezza dell'orlo del padiglione 50; altezza del corno, poggiato sul padiglione 400; diametro delle spire 294 (= diametro all'uscita del padiglione); lunghezza del tubo aggiunto per la prima valvola 218, per la seconda valvola 516; lunghezza della ritorta aggiunta per latonalità di Fa 668.
Fondamentale teorico: con la ritorta per la tonalità di Fa: Fa0 con corista di La3 = 435 Hz. Armonico più basso Fa1. Con una ritorta lunga di 1148 mm sarebbe possibile la tonalità di Mib (fondamentale teorico Mib0, armonico più basso Mib1), nel qual caso dovrebbero essere estratte le pompe delle valvole.
Provenienza: lo strumento fu donato dal marchese Luigi Sanvitale di Parma al Liceo Musicale di Bologna nel 1874. Il dono è accompagnato da una descrizione dello strumento con disegni, i quali, però, si riferiscono al corno 1840 di questa collezione (scheda 85).
Cenno biografico: il corno con questo tipo di valvole cilindriche fu invenzione di Luigi Pini di Fontanellato e costruito da Lorenzo Dall'Asta a Parma. L'interesse di questo strumento sta in primo luogo nella data di costruzione, nemmeno dieci anni dopo le prime valvole ideate in Germania; sta poi nella costruzione originale delle valvole cilindriche, che a nostra conoscenza non ha paragone altrove; e sta finalmente nella dedica a Maria Luigia (1791-1847), dal 1816 duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, grande promotrice della musica e fondatrice del Teatro Regio e del Conservatorio a Parma.
Il Lichtenthal (1826), normalmente assai affidabile, scrive di questo corno presentato "nell'inverno del 1822 a S. M. la Duchessa di Parma" che "ha otto chiavi" e "un sol incannamento del Bfa basso". Su tale strumento "si sona in tredici Tuoni a Scala cromatica, cioè dal Bfa ottavino al Bfa basso, senza levare né porvi ritorto alcuno. Si passa dall'uno all'altro Tuono con velocità, anche senza levare il Bocchino dal tubo, e vi ha pure la sua Pompa per le diverse accordature". Il corno descritto sopra non ha Sib ( = Bfa) basso come fondamentale, e non ha otto chiavi. Quindi, il Lichtenthal reca informazioni sbagliate sullo strumento, oppure il Pini inventò anche un corno in Sib basso con otto chiavi, pure dedicato alla duchessa Maria Luigia.
Il Minardi (1982) aumenta l'equivoco. Dopo avere citato il Lichtenthal, reca la notizia che il corno in questione "si trova ora al Conservatorio di musica di Bologna". E evidente che il corno che è passato dal Liceo Musicale al Museo Civico Medievale non ha né Sib basso come fondamentale, né chiavi.
Sembra interessante un'altra notizia citata da Minardi, secondo la quale Maria Luigia "spediva l'istrumento all'Imperiale Accademia musicale di Vienna per la dovuta approvazione. ... L'Accademia Viennese restava nel più assoluto silenzio. Però, dopo molto tempo, lo strumento, avendo subito nella capitale dell'Austria, qualche miglioramento, era presentato nel mondo musicale come invenzione tedesca... " Infatti, la valvola viennese è a scatola doppia, non con cilindri, ma con pistoni. Inoltre, una macchina con pistoni doppi fu già ideata da Christian Friedrich Sattler a Lipsia nel 1821. Quindi, la storia del furto dell'idea del Pini da parte dei costruttori viennesi sembra piuttosto improbabile. 
 
Documenti:
Relazione di restauro (U. Menzel, 1988-89)

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