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Collocazione: BB.8
Unità: 9

Riproduzioni
 Digitale:  Museo internazionale e biblioteca della musica 
 Washington, The Library of Congress       Facsimile: 21.M.13 (I-Vnm + I-Bc)      Microfilm n.: 0392

 Monteverde Claudio
 Madrigali Guerrieri, et Amorosi con alcuni opuscoli in genere rappresentatiuo, che saranno per breui Episodij frà i canti senza gesto. Libro Ottavo di Claudio Monteverde Maestro di Capella della Serenissima Repubblica di Venetia. Dedicati Alla Sacra Cesarea Maestà dell'Imperatore Ferdinando III. Con Privilegio. - In Venetia. Appresso Alessandro Vincenti. 1638. in 4°. Canto primo (A), Tenore primo (B), Alto primo (C), Basso primo (D), Quinto (E), Tenore secondo (F), Alto secondo (G), Basso secondo (H), Basso continuo (I). Quest'ultima parte è in foglio, le altre sono in 4°. In tutto opuscoli nove. (Trascriveremo la dedicatoria, il discorso che segue la dedicatoria, e quelli ancora che trovansi per entro il Basso continuo):

Sacra Cesarea Real Maestà.
Presento a i piedi della Maestà Vostra, come à Nume tutelare della Virtù, queste mie compositioni Musicali. Ferdinando, il gran Genitore della Maestà Vostra, degnandosi per la sua innata bontà di gradirle et honorarle scritte mi hà conceduto quasi vn authoreuole passaporto per fidarle alla stampa. Ed ecco che arditamente io le publico consecrandole al riueritissimo Nome di Vostra Maesta, herede non meno de' Regni, e dell' Imperio, che del Valore, e benignità di lui. Questi nuoui, ma deboli germogli della mia penna non sarebbero degni di venir in quelle mani, doue riposa il peso dell' humana tranquillità per interrompere i gloriosi affari di vn Cesare, se la Musica non fusse priuilegiata in Cielo dall' Istesso Dio, all' orecchie del quale incessantemente facendosi vdire, non gli turba però la cura del sourano maneggio. In questo i sommi Principi deuono esser imitatori ancora di lui che opera, e ascolta insieme i canti degli Angeli, e le suppliche de' Mortali. Aggrandirà questa picciola offerta del mio suisceratissimo affetto l' eccesso della mia deuota riuerenza, con la quale inchinandomi al Cielo, prego alla Maestà vostra, e alla Augustissima Casa d' Austria la perpetuità di quelle glorie, che l' hanno sublimata soura ogni terrena grandezza.
Di Venetia il primo Settembre 1638.
Di Vostra Maestà Humilissimo, et Deuotissirno Sernitore CLAUDIO MONTEVERDE .
CLAUDIO MONTEVERDE À CHI LEGGE.
Hauendo io considerato le nostre passioni, od affettioni dell' animo, essere tre le principali cioè, Ira, Temperanza, et Humiltà ò supplicatione, come bene gli migliori Filosofi affermano, anzi la natura stessa de la voce nostra in ritrouarsi alta, bassa, et mezzana: et come l' arte Musica lo notifica chiaramente in questi tre termini, di concitato, molle, et temperato, ne hauendo in tutte le compositioni de passati compositori potuto ri trouare esempio del concitato genere, mà ben si del molle, et temperato; genere però descritto da Platone nel terzo de Retorica con queste parole; (Suscipe Harmoniam illa quae vt decet imitatur fortiter euntis in praelium, voces, atq; accentus); et sapendo che gli contrarij sono quelli che mouono grandemente l'animo nostro, fine del mouere che deue hauere la bona musica, come affermò Boetio, dicendo: (Musicam nobis esse coniunctani mores, vel honestare vel euertere); perciò mi posi con non poco mio studio et fatica per ritrouarlo, et considerato nel tempo piricchio che è tempo veloce, nel quale tutti gli migliori Filosofi affermano in questo essere stato vsato le saltationi, belliche, concitate, et nel tempo spondeo, tempo tardo, le contrarie, cominciai dunq; la semibreue a cogitare, la qual percossa, vna volta dal sono, proposi che fosse vn tocco di tempo spondeo, la quale poscia ridotta in sedici semicrome, et ripercosse ad vna per vaia, con agiontione di oratione contenente ira e sdegno, vdij in questo poco esempio la similitudine del affetto che ricercauo, benche l' oratione non seguitasse co piedi la velocità del Istromento, et per venire a maggior proua, diedi di piglio al diuin Tasso, come poeta che esprime con ogni proprietà e naturalezza con la sua oratione quelle passioni che tende a voler descriuere, et ritrovai la descrittione che fa del combattimento di Tancredi con Clorinda, per hauer io le due passioni contrarie da mettere in canto, guerra cioè, preghiera et morte, et l'anno 1624. fattolo poscia vdire à migliori de la Nob. Cità di Venetia, in vna nob. Stanza del Illust. et Ecc. Sig. Gerolamo Mozzenigo Cauaglier principale, & ne comandi della Sereniss. Rep. di primi, et mio particolar padrone, et partial protettore; fu con molto applauso ascoltato et lodato; il qual principio hauendolo veduto a riuscire alla immitatione del ira, seguitai ad inuestigarlo maggiormente con maggiori studij, e ne feci diuersi compositioni altre, così Ecclesiastiche, come da Camera, & fu così grato tal genere anco a gli compositori di Musica, che non solamente l'hanno lodato in voce, mà anco in penna à la immitatione mia l' hanno in opera mostrato a molto mio gusto et honore. Mi è parso bene perciò il far sapere che da me è nata la inuestigatione a la proua prima, di tal genere, tanto necessario al arte Musica, senza il quale è statta, si puo dire con ragione, sino ad hora imperfetta, non hauendo hauto che gli duoi generi, molle, et temperato; Et perche à primo principio (in particolare à quali toccaua sonare il basso continuo) il douer tanpellare supra ad vna corda sedeci volte in una battuta gli pareua più tosto far cosa da riso che da lode, perciò riduceuano ad vna percossa sola durante vna battuta tal multiplicità, et in guisa di far vdire il piricchio piede, faceuano vdire il spondeo, & leuauano la similitudine al oratione concitata. Percio auiso douer essere sonato il basso continuo con gli suoi compagnamenti, nel modo et forma in tal genere che stà scritto, nel quale si troua parimente ogni altro ordine che si ha da tenere nelle altre compositioni d'altro genere; perche le maniere di sonare deuono essere di tre sorti, oratoria, Armonicha, et Rethmicha; la ritrouata da me del qual genere da guerra, mi hà datto occasione di scrivere alcuni Madrig. da me intitolati Guerrieri; et perche la Musica de Gran Precipi viene adoperata nelle loro Regie Camere in tre modi per loro delicati gusti; da Teatro, da camera, et da ballo: perciò nella presente mia opera hò accennato gli detti tre generi con la intitulatione Guerriera, Amorosa, & rapresentatiua; sò che sarà imperfetta, perche poco vaglio in tutto, in particolare nel genere Guerriero per esser nouo, et perche (omne principium est debile); prego perciò il benigno Lettore agradire la mia bona volontà, la quale starà attendendo da la sua dotta penna maggior perfettione in natura del detto genere; perche (inuentis facile est adere) et viua felice» .
Nel Basso continuo, alle facc. 18 e 19, così è im presso: «Combatimento di Tancredi et Clorinda Parole del Signor Torquato Tasso. Combatimento in Musica di Tancredi et Clorinda descritto del Tasso; Il qual volendosi esser fatto in genere rapresentatiuo, si farà entrare alla sprovista (dopo cantatosi alcuni Madregalli senza gesto) dalla parte de la Camera in cui si farà la Musica. Clorinda à piedi armata; seguita da Tancredi armato sopra ad vn' Cavallo mariano, et il Testo all' hora comincierà il Canto. Faranno gli passi et gesti nel modo che l'oratione esprime, et nulla di più ne meno, osseruando questi diligentemente gli tempi, colpi, et passi, a gli istrvmentisti gli suoni incitati & molli; et il Testo le parole a tempo pronuntiate in maniera, che le tre ationi venghino ad' incontrarsi ia vna imitatione vnita; Clorinda parlerà quando gli toccherà, tacendo il resto; così Tancredi. Gli vstrimenti, cioè quattro viole da brazzo, Soprano, Alto, Tenore, a Basso, et contrabasso da gamba, che continuerà con il Clauicembalo, doueranno essere tocchi ad immitatione delle passioni del' oratione; La voce del Testo douerà essere chiara, ferma, et di bona pronuntia alquanto discosta da gli vstrimenti, atiò meglio sij intesa nel oratione; Non douera far gorghe ne trilli in altro loco, che solamente nel canto de la stanza che incomincia, Notte: Il rimanente porterà le pronuntie à similitudine de le passioni del' oratione. In tal maniera (già dodeci Anni ) fu rappesentato nel Pallazzo del' Illustrissimo & Eccelentissimo Signor Girolamo Mozzenigo mio particolar Signore. Con ogni compitezza, per essere Caualiere di bonissimo, et delicato gusto; In tempo però di Carneuale per passatempo di veglia; Alla presenza di tutta la Nobiltà, la quale restò mossa dal'affetto di compassione in maniera, che quasi fù per gettar lacrime: et ne diede applauso per essere statto canto di genere non più visto ne vdito».
Nel medesimo Basso continuo in capo al Madrigale Non hauea Febo ancora a tre voci, due Tenori e Basso, intermediato da un lamento di una Ninfa, si legge ciò che segue: «Modo di rappresentare il presente canto. Le tre parti che cantano fuori del pianto de la Ninfa, si sono così separatamente poste, perche si cantano al tempo de la mano: le altre tre parti, che vanno commiserando in debole voce la Ninfa, si sono poste in partitura, acciò seguitano il pianto di essa, qual ua cantato a tempo del' affetto del animo, et non a quello della mano».
E alla facc. 63, del medesimo Basso continuo, sta la descrizione seguente: «Ballo delle Ingrate in genere Rapresentatiuo. Interlocutori. Amore Venere è Plutone. Quatro Ombre d'Inferno. Otto Anime Ingrate che ballano. - Cinque Viole da brazzo, Clauicembano et Chitarone. Li quali vstrimenti si radoppiano secondo il bisogno della grandezza del loco in cui deuisi rappresentare. Prima si fa una scena la cui prospettiua formi una bocca d' Inferno con quattro strade per banda, che gettino fuoco, da quali vsciscono a due à due le Anime Ingrate, con gesti lamentevoli al suono della entrata che sarà il principio del ballo, il qual va cotante volte ripetito da suonatori sino che si trouino poste nel mezzo del loco in cui assi da dar principio al ballo. Plutone sta nel loro mezzo conducendole a passi graui, poi ritiratosi alquanto, dopo finita la entrata, danno principio al ballo: poscia Plutone fattolo fermare nel mezzo, parla verso alla Principessa, et Dame che saranno presenti, nel modo che stà scritto: Delle Anime Ingrate, il lor vestito sarà di color cineritio, adornato di lacrime finte; finito il ballo tornano nel Inferno nel medesimo modo del'vscita, et al medesimo suono lamentevole, restandone vna nella fine in scena, facendo il lamento che stà scritto, poi entra nel'Inferno. Al leuar de la tela si farà vna sinfonia a beneplacito».
Molte altre annotazioni curiose trovansi sparse in diversi luoghi del Basso continuo di quest' opera, che si omettono per brevità. Alcune composizioni (come in ispecie il Combattimento di Tancredi con Clorinda) sono in partitura, osservandovisi adoperate dal Monteverde quelle ribattute semicrome cui i sonatori di quel tempo cotanto ripugnavano di eseguire, e che sulle prime li provocò al riso. Benchè nell' opera presente veggansi più spesso menzionate le viole per accompagnamento delle voci, pure in diversi luoghi traviamo indicati ancora i violini. E' notabile che ogni componimento di questo libro ha in principio dall' autore dichiarate la quantità e la qualità degli strumenti che servir doveano per accompagnamento. Veggasi Federico Follino nel Compendio delle Feste fatte l' anno 1608 in Mantova, dove si parla del Monteverde a car. 29 e 30, come anche del Ballo delle Ingrate a car. 132.

Nomi: Monteverdi, Claudio.    Tasso, Torquato.   
Editori: Vincenti, Alessandro.   
 
Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna: III, pp. 130-131  RISM A/I : M-3500          
Antiche collocazioni: C21 IVv-13* part.a n. 37 (inventario Barbieri, primo quarto sec. XIX).    3919 (catalogo Sarti, circa 1840)  
ID: 7684     


LEGENDA  
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